Come raggiungerci
Altezza:
m. 2004
Gruppo:
Orobie Valtellinesi
Ubicazione:
Val d'Arigna
Comune:
Ponte Valt. - SO
Carta Kompass:
93 - C9
Coordinate Geo:
46°06’29.60”N
10°00’57.90”E
Percorrendo la Strada Statale 38 dello Stelvio, in direzione Tirano, si raggiunge il Comune di Ponte in Valtellina (km. 45.6 della Statale) dove, in località Casacce, subito dopo aver oltrepassato lo stabilimento Melavì della Cooperativa
Ortofrutticola di Ponte in Valtellina, si svolta a destra seguendo le indicazioni per le frazioni di Carolo, Sazzo e Arigna. Dopo circa 300 metri, seguendo le stesse indicazioni, si svolta nuovamente a destra imboccando la strada che scende verso il Ponte di Sazzo ed
attraversa il fiume Adda; alla fine del ponte, continuare sulla strada principale e, lasciando sulla destra la strada che conduce a Carolo, proseguire dritti sulla strada che comincia a risalire la valle. Si sale per circa 6 km, attraversando l'abitato di Sazzo e
lambendo le frazioni di Albareda e Tripolo; ad un certo punto la strada spiana e prosegue in leggera discesa fino a raggiungere la frazione Fontaniva dove, anziché affrontare il tornante verso destra, si prosegue dritti seguendo le indicazioni per i rifugi della
valle e per la Centrale Edison di Armisa. La strada si restringe e, poco più avanti, diventa sterrata ma comunque in buone condizioni e transitabile, fino alla Centrale dell'Armisa, con qualsiasi tipo di veicolo ed anche in inverno poiché viene effettuata la pulizia della neve.
Proseguire sempre dritti, ignorando le deviazioni che si incontrano sulla sinistra, raggiungendo così la Centrale di Armisa, in località Cà Pizzini (m. 1041) e giunti davanti al cancello della stessa, proseguire per 50 metri sulla strada che passa alla sua sinistra,
arrivando al piazzale dove è possibile parcheggiare le auto. Da qui in avanti si può proseguire solamente se in possesso del permesso, rilasciato dal Comune di Ponte in Valtellina, e comunque solo con mezzi fuoristrada. Lasciato il parcheggio ci si incammina lungo
la ripida stradina, all'inizio della quale è presente il cartello segnavia che indica le possibili escursioni della zona, tra cui quella al Rifugio Pesciöla. Questa prima parte della salita è sicuramente la meno affascinante, in quanto per i primi 300 metri di dislivello
la valle rimane abbastanza chiusa e l'itinerario si sviluppa seguendo il percorso della strada che presenta, nella parte iniziale, delle pendenze accentuate. Salendo si incontrano diverse baite, le prime sono quelle di Masone di Sotto (m. 1250), da qui in avanti
la pendenza si fa più agevole e dopo un tornante destro, giunti circa a quota 1350 metri, la strada inizia a spianare e, percorse alcune decine di metri, si incontra una deviazione che sale a sinistra con un cartello che indica, insieme ad altri, il tempo di percorrenza
per il Rifugio Pesciöla. Si risale quindi la stradina e si giunge in località Foppe (m. 1360) dove il terreno si fa per qualche metro pianeggiante e si vedono diverse baite; qui si trova un'edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi e un cartello segnavia;
si segue quindi l'indicazione per il Rifugio Pesciöla incamminandosi, sulla sinistra, lungo la strada cementata. Si continua a percorrere il tracciato della strada che, appena più avanti, diventa sterrata e con fondo molto sconnesso; si attraversa la località
Baite Moretti (m.1500) e si prosegue fino all'alpeggio di Campelli (m. 1650) dove la strada finisce. Da qui ci sono due tracciati diversi per giungere al Rifugio Pesciöla: uno più ripido e faticoso, ma sicuramente più breve; l'altro con pendenze più dolci ma
dallo sviluppo più lungo sia come percorso che come tempo. Chi vuole fare un giro ad anello, può quindi salire da una traccia e scendere seguendo l'altra. La possibilità più breve ma più “impegnativa” prevede la svolta a sinistra 100 metri prima di raggiungere
l'alpeggio di Campelli; seguendo l'indicazione di un cartello e dei segnavia bianco-rossi, si risalgono le ultime pasture e si entra nel bosco su sentiero ben tracciato. Fino alla quota di 1900 metri circa il sentiero si snoda all'interno del bosco per poi lasciare
spazio ad un ambiente roccioso che permette, voltandosi, di ammirare i bellissimi scorci sulla valle. Si superano alcuni grandi massi, su sentiero comunque facile e senza particolari difficoltà, ed ecco che alla vista appare, poco più in alto, il Rifugio Pesciöla.
Ormai manca solo lo “sforzo” finale. Per imboccare la traccia più “comoda”, occorre invece superare l'alpeggio di Campelli e risalire, per circa 300 metri di dislivello, i dossi erbosi che ci si trova davanti; il sentiero, segnalato con i segnavia bianco-rossi,
sale compiendo alcuni tornanti e aggirando i grossi massi che si incontrano. Giunti in cima a questo tratto, dove il sentiero spiana per qualche metro e le piante si fanno molto più rade, ci si mantiene sulla sinistra e, sempre seguendo i segnavia, si risale
un ultimo “panettone” prima di svoltare decisamente a sinistra, imboccando una sorta di canalino. Si sale affrontando alcuni tornanti in ambiente erboso fino ad incrociare il sentiero che arriva dall'Alpe Druet; qui è posto un cartello segnavia che indica
la svolta a sinistra per raggiungere l'ormai vicinissimo Rifugio Pesciöla. Si prosegue in piano superando un terreno roccioso e dopo qualche metro appare, poco più in basso, il rifugio, si percorrono gli ultimi metri in discesa e la “fatica” è terminata.
Per chi volesse effettuare l'escursione nel periodo di innevamento si consiglia, sia per le ciaspole che per lo sci alpinismo, di scegliere il sentiero più lungo, passando davanti all'alpeggio e risalendo i dossi antistanti.
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